Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha intrapreso la sua prima visita ufficiale all’estero del secondo mandato, con destinazioni in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. L’obiettivo principale del viaggio è consolidare legami economici attraverso accordi multimiliardari in settori strategici come intelligenza artificiale, semiconduttori e terre rare. In particolare, l’Arabia Saudita ha promesso investimenti fino a 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni, mentre gli Emirati Arabi Uniti hanno offerto 1,4 trilioni di dollari in dieci anni. Questi impegni si inseriscono in una strategia più ampia per contrastare l’influenza economica della Cina nella regione.
Nonostante l’enfasi sugli aspetti economici, la visita non ha incluso Israele, una scelta che riflette le attuali tensioni tra Washington e Tel Aviv, accentuate dalla guerra in corso a Gaza. Il conflitto ha complicato ulteriormente le prospettive di normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele, un obiettivo precedentemente perseguito sotto gli Accordi di Abramo.
Parallelamente, la Trump Organization ha siglato accordi immobiliari significativi a Dubai, Doha, Yeda e Muscat, tra cui la costruzione di un nuovo grattacielo a Dubai, che includerà la piscina all’aperto più alta del mondo e appartamenti di lusso venduti anche in criptovalute.